La Borgogna è una delle zone vitivinicole più famose e rinomate al mondo, soprattutto per essere la terra di elezione di due vitigni: il Pinot nero, qui detto Pinot noir e lo Chardonnay, con il quale si producono lo Chablis e il Montrachet.
Storia della Borgogna enologica
La Borgogna ha una storia enologica millenaria, qui la vite si coltivava fin dall'epoca dei Romani e la presenza del vitigno Pinot nero ha testimonianze ancora più antiche. Durante il Medioevo furono i monasteri ad avere un ruolo determinante nella produzione vinicola di questa regione, tanto che ancora oggi la struttura del terreno è suddivisa in clos, ossia recinti, termine che deriva proprio dall'ambito ecclesiastico: i clos erano i cortili dei monasteri.
Con la rivoluzione francese il terreno vinificato fu ulteriormente frammentato, poiché il nuovo governo confiscò i terreni alla Chiesa e li divise in piccoli lotti da spartire tra i contadini. Successivamente ogni lotto si è ulteriormente frammentato a seguito delle divisioni ereditarie avvenute nel corso dei secoli.
Oggi la Borgogna si presenta come una fascia molto stretta e lunga (circa 150 km) di circa 45 mila ettari vitificati suddivisi in tantissimi lotti (chiamati clos, climat oppure parcelles) a loro volta di proprietà di diversi coltivatori. Per fare un esempio, il Clos de Vouget, uno dei più famosi, conta 50 ettari che sono suddivisi tra 80 proprietari. Questa particolare suddivisione impedisce al piccolo proprietario di produrre del vino in proprio, ma per un contadino possedere un piccolo appezzamento di terreno in uno dei clos più famosi rappresenta un investimento, così potrà vendere le sue uve vendemmiate ai grandi commercianti (négociants-eleveur).
La Borgogna gode di un clima continentale, con inverni freddi ed estati calde ed è esposta al rischio di piogge e grandini, cosa che può causare anche ingenti perdite per i contadini e i vignaioli. Questo tipo di clima, però, è quello ideale per la coltivazione del Pinot nero che regala le sue migliori espressioni a latitudini elevate e con un clima fresco, che consenta buone escursioni termiche tra il giorno e la notte.
Il terreno è vario, prevalentemente calcareo (altra caratteristica ideale per il Pinot nero), con zone a base di breccia silicea e argilla nella zona di Chablis e a base di breccia granitica nella zona del Beaujolais.
In tutta la Borgogna si ha una produzione annuale di circa 2 milioni e mezzo di ettolitri (cifra che tende ad aumentare di anno in anno dato che la richiesta di questi vini è sempre maggiore), suddivisi in 1,8 milioni di ettolitri di vino rosso e 700 mila di vino bianco. Il vitigno più coltivato è il Gamay con un 54%, seguito da Pinot nero (21%) e Chardonnay (20%).
I distretti territoriali più importanti della Borgogna sono: Chablis, Côte d'Or suddivisa in Côte de Nuits e Côte de Beaune e Beaujolais.
Chablis Il distretto di Chablis è quello più a nord e distaccato dal resto della Borgogna, situato come un'isola tra Dijon e Parigi; ha una superficie vitata di 3 mila ettari e vi si producono circa 205 mila ettolitri di vino. La denominazione AOC Chablis è prevista solo per i vini bianchi prodotti con 100% Chardonnay. Qui il terreno presenta una caratteristica importante, una base di argilla calcarea detta kimmeridge, che è il miglior habitat possibile per lo Chardonnay. I migliori vini provengono dalle colline esposte a sud, dove sono prodotti, infatti, gli 8 famosi grands cru dello Chablis: Bougros, Grenouilles, Valmur, Le Clos, Les Preuses, Vaudésir, La Moutonne e Blanchot. Oltre alla denominazione grands crus in Chablis sono presenti anche 17 premiers crus e alcuni vini venduti con la denominazione Petit Chablis, che sono di solito quelli con il più buono rapporto qualità/prezzo (dai 12-13 € in su). I vini prodotti a Chablis sono generalmente vini giovani, freschi e fruttati, adatti da abbinare a piatti delicati, per esempio a quelli di pesce. I grandi Chablis, tuttavia, sono in grado di invecchiare anche per 10-15 anni, cambiando completamente le proprie caratteristiche organolettiche. Ultimamente sta prendendo piede una vinificazione più simile a quella dei vini della Côte d'Or, che prevede la fermentazione malolattica o l'affinamento in legno, creando così vini molto strutturati e maturi con un carattere più vigoroso.
Côte d'Or: La Côte d'Or, letteralmente "collina dorata", è ubicata nel cuore della Borgogna con un'esposizione a sud-est e un terreno calcareo e argilloso che si presta molto bene alla coltivazione del Pinot nero e dello Chardonnay.
Qui i vini sono suddivisi in 5 classi: grand cru è quella più alta, come in Chablis, poi vengono i premier cru, l'appellation communale, l'appellation sous-régionale e l'appellation générique, dove vengono inclusi i vini di tutta la regione. La Côte d'Or è suddivisa in due distretti territoriali: la Côte de Nuits e la Côte de Beaune.
Côte de Nuits: è la zona da dove provengono tutti i vini rossi più importanti e rinomati, considerati più longevi ed eleganti rispetto a quelli della Côte de Beaune. Comprende dieci comuni tra i quali i più importanti sono Gevrey-Chambertin, Morey-Saint-Denis, Chambolle-Musigny, Flagey-Echézeaux, Vosne-Romanèe (da cui proviene il Romanée Conty, il Pinot nero più famoso e costoso della Borgogna, con 2500 euro circa per la bottiglia d'annata) e Vougeot.
Côte de Beaune: è la parte meridionale della Côte d'Or, famosa più per i vini bianchi che per quelli rossi. Comprende 18 comuni tra cui i più rinomati sono: Puligny-Montrachet e Chassagne-Montrachet, da cui deriva Le Montrachet ossia il vino bianco più famoso e costoso della Borgogna, Aloxe-Cortons e Meursault.
Beaujolais
Il Beaujolais è una regione a se stante rispetto alla borgogna, anche se una parte di questa zona vitivinicola fa parte della regione geografica della Borgogna. Qui i vini sono molto diversi da quelli della Borgogna, la produttività è più alta e anche le uve sono differenti.
Nel Beaujolais si producono sia vini bianchi che vini rossi e il vitigno più diffuso è il Gamay, un vitigno dalla resa costante e abbondante che dà vini morbidi, fruttati, nella maggior parte dei casi da consumarsi giovani, entro 1 o 2 anni dalla vendemmia.
Questa regione si è costruita una pessima reputazione a causa del Beaujolais Noveau, nome ormai diventato sinonimo di vino novello francese, ossia quel vino che viene vinificato per primo e commercializzato nelle prime settimane di novembre. La peculiarità del Beaujolais Noveau, infatti, non sta tanto nella struttura e nella longevità dei vini, ma nel loro tipo di fermentazione, detta macerazione carbonica. Il vino così ottenuto si presenta molto fruttato e dal colore rosso brillante con riflessi violacei, non è certo un vino di grande qualità, ma è di facile beva e assicura al produttore un immediato pagamento.
Beaujolais non è solo vino novello: esistono anche diversi "cru", cioè vini prodotti in alcuni comuni selezionati all'interno della regione, che pur rimanendo vini non particolarmente corposi (sono sempre fatti con uve Gamay, vitigno che non dà di certo vini molto concentrati), possono invecchiare diversi anni e sono molto più interessanti dal punto di vista qualitativo. I cru più famosi del Beaujolais sono Moulin-a-vent e Morgon, tra i vini più strutturati e longevi; e Fleury, tra quelli di medio corpo. In questa regione operano alcuni tra i pionieri della biodinamica, come Lapierre.